Disturbi respiratori notturni e aritmie
OSA e Bradicardie
Studi sulla prevalenza di bradi aritmie in pazienti affetti da OSA hanno mostrato risultati non univoci con tassi che oscillano fra 7 e 50%. Alcuni studi hanno correlato tale differenza con la gravità dell’OSA nel senso che la prevalenza di aritmie sembra essere correlata al AHI: Becker et al in 239 consecutivi pazienti affetti da OSA monitorati con Holter ECH 24 ore hanno riscontrato un 7.5% di pazienti con significative bradi aritmie. Tale percentuale si innalzava al 20% nella fascia di pazienti con AHI > a 60.
Ma una’altra variabile importante che modifica la percentuale di riscontro di bradi aritmia è risultato il periodo di monitoraggio ECG in relazione alla variabilità da notte a notte della severità dell’OSA: in studi recenti in pazienti OSA con impianto di pace maker o defibrillatori la percentuale pazienti con episodi bradi aritmici notturni saliva al 47%.
La stretta relazione tra OSA ed insorgenza di bradi aritmie è confermata dal fatto che la terapia con CPAP abolisce la maggior parte di tali episodi.
Inoltre Garrigue et al hanno documentato che un OSA non diagnosticata era presente in circa la metà dei pazienti con impianto di pacemakers per bradicardia sintomatica, Blocco AV e scompenso cardiaco. Appare chiaro dunque che i pazienti con bradi aritmie, specie insorgenti prevalentemente durante sonno, debbano essere anche sottoposti a polisomnografia. D’altra parte il concetto che al paziente OSA con bradicardia possa non essere impiantato un pacemaker è ingannevole perché se l’aritmia è severa la CPAP ha una efficacia minore rispetto al PM, anche se la terapia ventilatoria riduce altri fattori di rischio cardiovascolari e la frequenza di eventi tachiaritmici quali FA, flutter atriale e aritmie ventricolari.