L’elettrofisiologia nell’ospedalità privata: luci ed ombre

La Campania è sempre stata una terra particolarmente fertile per la cardiologia interventistica, ed un ruolo di primo piano è tradizionalmente svolto dalle strutture private.
Non fa’ eccezione l’elettrofisiologia e l’elettrostimolazione che annovera Centri privati di altissima eccellenza.
Tali strutture sono all’avanguardia tecnologica e rappresentano un punto di riferimento medico e scientifico non solo a livello locale ma anche nazionale ed internazionale. Alcune di queste strutture hanno ereditato il testimone dell’elettrofisiologia lasciato nel 1995 dal dottor Pappone e per anni sono stati gli unici Centri ad eseguire le ablazioni delle aritmie cardiache. Anche l’ablazione della fibrillazione atriale ha visto i primi casi praticati in Italia in una di queste strutture ed il lavoro di ricerca prodotto sull’ablazione della fibrillazione atriale è stato riconosciuto a livello internazionale tale da essere punto di riferimento per le linee guida della terapia della fibrillazione atriale. Ancora oggi i principali trial italiani sull’ablazione della fibrillazione atriale vedono parte attiva alcuni di questi Centri, mentre due dei principali Corsi sull’ablazione della fibrillazione atriale e sull’ablazione non fluoroscopica delle aritmie sono organizzati in Campania. Oggi oltre l’80% delle procedure di ablazione tran catetere delle aritmie è effettuato presso Centri privati. Anche nel campo dell’impiantistica l’ospedalità privata è da sempre all’avanguardia. Il primo impianto di dispositivo biventricolare è stato eseguito in Campania più di 12 anni fa in una di queste strutture ed ancora oggi più del 50% dei defibrillatori automatici è impiantato in strutture private. Anche in questo caso il lavoro clinico si è sempre coniugato con una prolifica produzione scientifica riconosciuta e livello internazionale. A fronte di tale lavoro clinico e scientifico non pochi sono i problemi che le strutture private, accreditate con il Sistema Sanitario Nazionale, devono affrontare. Il primo è legato ai rimborsi regionali, decurtati dal 10 al 30% rispetto al DRG nazionale e con tempi di pagamento del tutto imprevedibili. Tali limitazioni costituiscono un ostacolo enorme all’innovazione tecnologica che la nostra branca richiede e che per il momento si riesce a fare fronte grazie alla lungimiranza degli amministratori di tali strutture. Inoltre alcune procedure, come la sostituzione dei defibrillatori automatici e soprattutto l’ablazione della fibrillazione atriale hanno il grosso limiti di costare più di quanto rimborsato dal SSN.
Giuseppe Stabile