Valutazione diagnostica e stratificazione non invasiva del rischio aritmico
Sensibilità barorecettoriale
La sensibilità barorecettoriale (SBR) è lo studio del grado di bradicardia indotto in via riflessa da un incremento pressorio (iniettando piccoli boli ev di adrenalina). Essa valuta l’attività vagale riflessa (al contrario della HRV che studia la bilancia simpato-vagale in condizioni basali). Si tratta di un fenomeno fisiopatologico ben conosciuto che negli ultimi anni è stato studiato per il suo potenziale ruolo di indicatore di rischio aritmico.
Si valuta di quanto incrementa l’intervallo RR (in msec) per ogni mmHg di aumento della pressione arteriosa sistolica: incremento <3 msec/mmHg = ridotta attività vagale riflessa con bilancia a favore del simpatico; incremento >3 msec/mmHg = buona risposta vagale riflessa.
La compromissione del riflesso barorecettoriale si verifica precocemente nei pazienti con insufficienza cardiaca: essa contribuisce all’attivazione simpatica che accompagna l’evoluzione dello scompenso cardiaco. In pazienti con scompenso, una ridotta SBR è in relazione non solo con il grado di disfunzione ventricolare sinistra e la pressione polmonare di cuneo, ma anche con una maggiore mortalità totale.
Nei pazienti con pregresso infarto, numerosi studi indicano un più elevato rischio di morte improvvisa nei soggetti con più marcata compromissione della SBR.
La relazione tra ridotta SBR e rischio aritmico nel postinfarto è stata evidenziata anche tramite l’osservazione di una maggiore suscettibilità alla induzione di TV sostenuta monomorfa in corso di SEF. Alla luce di questi dati appare che la SBR è un marker prognostico di rischio aritmico più valido nei pazienti con cardiopatia ischemica dove discrimina meglio i soggetti a
rischio di morte improvvisa.
Il VPP di una ridotta SBR è sovrapponibile a quello della HRV e appare indipendente dalla frazione di eiezione. La sua utilità è evidente anche nei pazienti ritenuti a più basso rischio (senza TVns all’ECG Holter). I due principali limiti della metodica sono: a) la necessità della pressione arteriosa sistolica durante iniezione ev di adrenalina; b) la mancanza di un pieno accordo tra vari autori nel definire i valori soglia da utilizzare nella pratica clinica (oggi, il valore soglia più usato è <3
msec/mmHg).